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Giulia Bolcato

Un viso così, non lo dimentichi. Bellissima, determinata e assolutamente espressiva: sembra nata

per il canto lirico. Un orgoglio per Lonigo e un esempio per le giovani che sognano il palcoscenico



Cosa ti ha spinto a diventare cantante lirica?

Fin da piccola cantavo, a casa, e all’età di sei anni la mia famiglia ha deciso di iscrivermi

alla sede staccata di Lonigo del coro di Pueri Cantores di Vicenza, diretto

dal maestro Roberto Fioretto. Ho iniziato come voce bianca e devo dire che

è stata un’esperienza unica e irrepetibile perché mi ha introdotto alla musica

classica e all’opera. Con il gruppo infatti abbiamo cominciato a studiare Bach e

Mozart e ad approfondire l’opera con “Il flauto magico”, “Hänsel e Gretel”, “Cenerentola”

e molte altre opere tradotte e adattate.


Qual è stato il primo debutto importante?

Finita l’esperienza nel coro o iniziato lo studio da solista con la signora Rita Lantieri,

una cantante lirica che abita a Corlanzone e vanta una carriera meravigliosa e grazie a lei ho iniziato lo sviluppo

tecnico della voce. Mi sono poi iscritta al conservatorio di Venezia e da lì è arrivato il primo vero debutto da solista, a

vent’anni, al Teatro Malibran di Venezia interpretando Mariuccia ne “I due timidi” di Nino Rota.

Devo dire che anche Roberto Fioretto mi ha dato la possibilità di debuttare in alcuni ruoli nelle opere: per esempio

ho cantato come folletto al Teatro Real di Madrid e quella è stata la mia prima esperienza all’estero.


hai provato durante questo debutto?

È una grandissima emozione salire sul palco e soprattutto vestire i panni di un

personaggio. In questo caso Mariuccia era una ragazza rinchiusa dalla famiglia; ma

ogni personaggio ha la sua realtà nella quale noi cantanti dobbiamo immergerci.

Ogni tanto ti diverti a cantare anche qualcos’altro che non sia lirica?

In casa c’è sempre stata molta musica di vario genere e se c’è da fare festa con gli

amici non mi tiro indietro, ma per il momento a livello tecnico, è importante tenere

una linea che sia continua.


Com’è il tuo legame con la città di Lonigo e in particolare con il teatro?

È un legame di lunga data perché ho iniziato appunto con il coro Pueri Cantores

ne “Il flauto magico”, dove interpretavo un genietto e ho studiato pianoforte al Lorenzi,

per cui ho sempre vissuto la realtà musicale di Lonigo.

Mi sento fortunata perché negli ultimianni sono state fatte molte manifestazioni

alle quali ho partecipato, tra cui esibizioni con la banda e, in ultimo, il concerto di

capodanno a cui, nonostante il momento tragico, sono stata felice di dar voce.

Tra le varie esibizioni c’è n’è una che ti è rimasta nel cuore in particolare?

A livello internazionale, il debutto come Regina della Notte, uno dei ruoli più difficili

che ci sono nel repertorio operistico: è stato una grande emozione. Questo

debutto è avvenuto in Svezia ed è stato molto emozionante sia per la difficoltà

del ruolo, ma anche per l’accoglienza che hanno avuto nei miei confronti, dato che

gli svedesi amano molto l’opera e ne apprezzano tutte le sfaccettature.

La mia vocalità è da soprano coloratura, perciò ho potuto interpretare “La Regina

della Notte” la cui partitura prevede dei sovracuti. A livello nazionale, di recente,

ho debuttato come Gilda in “Rigoletto”. È un ruolo completamente opposto da

quello della Regina della Notte, che rappresenta la crudeltà e l’oscurità. Gilda rappresenta

la luce e l’ingenuità e per me è stata una grande responsabilità. Inizialmente,

l’esibizione era prevista al Teatro Giuseppe Verdi di Busseto, dove Verdi è

nato, ma a causa della pandemia è stata posticipata e, all’apertura dei teatri il 15

giugno, abbiamo iniziato le prove e si è poi svolta all’aperto, al Parco della Musica,

per il Teatro Regio di Parma.


Quanto ha inciso il problema della pandemia sulla tua carriera?

Ha inciso parecchio perché tanti contratti sono stati cancellati o posticipati ed è

stato veramente difficile vedersi annullare un anno di lavoro. Allo stesso tempo

però vedo la volontà da parte delle istituzioni di voler reagire e sono fortunata

di essere riuscita a lavorare comunque,dal 15 giugno fino alla seconda ondata.

Adesso ho appena concluso una collaborazione a Novara e una registrazione

su Rai 5 con l’OPV di Padova per un concerto Mozartiano. A fine mese dovrei

andare in Ungheria per un concerto che purtroppo andrà in streaming, ma è l’unico

modo per potersi esibire, quindi mi reputo fortunata.


C’è qualche ruolo che vorresti interpretare?

Mi piacerebbe tanto interpretare Elvira de “I puritani” e “Lucia di Lammermoor”

che sono due ruoli molto importanti a livello belcantistico e drammaturgico.

Spero che questo periodo passi perché c’è bisogno di tessere i rapporti con tutto

quello che riguarda l’arte, non solo la parte musicale. Questa chiusura sociale porta molta gente ad avere paura e quindi

c’è bisogno di portare musica e arte all’interno delle famiglie e della vita delle

persone perché è un arricchimento per l’anima.


In bocca al lupo Giulia

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