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Sarego dice no all’accordo CETA


Lo scorso luglio la Coldiretti ha indetto a Vicenza un convegno sul CETA al quale anche il Comune di Sarego ha partecipato dichiarandosi contrario ai termini di questo accordo. Posizione sottolineata anche dallo stesso sindaco Castiglion che ha partecipato alla manifestazione “No CETA” di Roma del 5 luglio. Il CETA è l’”Accordo economico e commerciale globale” di libero scambio tra Unione Europea e Canada ed entra in vigore il 21 settembre. I rallentamenti della discussione parlamentare in Italia non fermano l’entrata in vigore, seppur provvisoria, che scatta secondo la decisione congiunta del presidente della Commissione Ue Jean Claude Junker e il premier canadese Justin Trudeau.

I motivi che spingono l’Amministrazione pentastellata di Sarego a dirsi contraria sembrano essere autoevidenti.

L’accordo prevede infatti l’abbattimento delle barriere non tariffarie, ovvero delle regole e degli standard di prodotto e di processo (adatti a difendere la sicurezza e la salute dei consumatori). Questo accordo colpisce il Made in Italy e favorisce la delocalizzazione. Da qui 41 marchi alimentari italiani di tipo igp e dop (di cui è necessario specificare che 11 sono veneti, su un totale europeo di 288) non saranno più pienamente tutelati. Infatti questi alimenti potranno essere prodotti altrove e presentati con lo stesso nome, a cui si aggiungerà il prefisso “simil”. Ci saranno quindi i prosciutti di Parma e San Daniele Made in Canada (o da multinazionali che hanno in Canada la loro sede legale), i simil-Gorgonzola, simil-Asiago....

(segue su ARE3news n°79 - settembre 2017)


di Silvia Lupo


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