Guardia di Finanza intercetta a Lonigo 22 kg di hashish
L’operazione del sequestro di hashish, che si è svolta a fine gennaio e che è stata denominata “Slash”, era coordinata tra gli altri anche dal luogotenente della Finanza Giorgio Scarsetto, di Lonigo. Si tratta di uno dei più grossi quantitativi di droga sequestrata nel vicentino negli ultimi anni.
L’ultima grande retata di spacciatori a Lonigo avvenne circa dieci anni orsono.Il sequestro è avvenuto in una stradina di campagna, dove sono state bloccate due autovetture con targhe straniere che trasportavano l’ingente quantitativo di stupefacente proveniente dalla Spagna. I finanzieri del gruppo operativo del Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza hanno così provveduto ad arrestare quattro stranieri, tutti di origine magrebina nell’ambito di una complessa indagine finalizzata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti.
In particolare, tramite una serie di attività investigative, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Vicenza, Hans Roderick Blattner, e supportate da fondamentali intercettazioni, i finanzieri della Sezione Mobile di Vicenza avevano acquisito notizie circostanziate di un imminente rifornimento degli spacciatori nella piazza locale di hashish direttamente dal Marocco, per il tramite di corrieri domiciliati in Spagna. A bordo della prima autovettura intercettata vi erano due soggetti di origini marocchine residenti in Spagna (Malaga e Cadice) che facevano da apripista a una seconda automobile, con targa francese, condotta da un cittadino algerino, residente a Marsiglia, e con a bordo anche moglie e due figli.
Dopo aver fermato le autovetture, i militari, grazie anche all’intervento delle unità cinofile in forza allo stesso Comando hanno rinvenuto 21 sacche di plastica trasparente, chiuse ermeticamente mediante sottovuoto e contenenti ovuli di hashish, per un peso complessivo appunto di oltre 22 chilogrammi. Le buste erano state occultate dietro i pannelli laterali dei sedili posteriori della vettura su cui viaggiava il nucleo familiare, utilizzata ad arte proprio per evitare di destare sospetti in caso di controlli delle forze di polizia. Al dettaglio la partita di droga avrebbe potuto fruttare oltre 200mila euro.
di Rino Boseggia
(SEGUE SU AREA3 n°73 - febbraio 2017)